MARIALUISA TADEI
“CORPO LUCE”
Ha corpo
la Luce?
germina o esplode
in mente o dove
lieve nevicata
di inquietudine
o feroce
interrogazione mortale –
è dotata
di corpo mai
la luce?
In occasione della sua presenza alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, al Padiglione del Grenada, nella mostra An Unknown that Does Not Terrify, dal 23 aprile al 27 novembre 2022 presso il Giardino Bianco
– Art Space (via G. Garibaldi, Castello 1814,Venezia), incentrata su tematiche universali legate al viaggio in chiave esistenziale come discesa onirica negli abissi della propria interiorità, collegato anche a concetti quali multilinguismo e multietnicità,
verrà edito
da Lamberto Fabbri, editore perfezionatosi nella creazione di Libri d’artista in ambito artistico, musicale e poetico, con la divulgazione di contenuti contemporanei associati ad un recupero delle tradizioni nella scelta dei caratteri della stampa, carta e rilegatura,
Corpo Luce
con 25 poesie di Davide Rondoni e un saggio critico di Luisa Turchi,
apparati storici sull’artista di critici quali Pierre Restany, Achille Bonito Oliva, Gabriele Holthuis, Gottlieb Leinz, Brane Kovic, Giorgio Cortenova, Omar Calabrese, Donald Kuspit, Valerio Deho,
per ripercorrere lo stile e le opere di Marialuisa Tadei, artista spirituale che nelle sue opere predilige la luce e il colore nella loro essenza decorativa e simbolica, facendo leva sull’estasi della visione percettiva e tattile.
Per Marialuisa Tadei, tutto ciò che viene da Dio è leggerezza e bellezza, luce ed armonia di suoni. Per questo motivo esplora il rapporto fra artista e credo religioso, esprimendo il sacro come una invocazione in forme iconiche, evidenziando sia nella scultura singola che nelle sue numerose installazioni, la necessità di connettere terra e cielo, poiché ritiene che questo desiderio che inconsciamente fa parte di tutti noi, spesso venga disatteso, a causa delle molteplici ed assordanti distrazioni del mondo. Perciò ama renderlo tangibile attraverso la materia nelle sue creazioni, legate al mondo dello Spirito e dell’Eterno, per suggerire l’Invisibile che sa esistere.
Poliedrica per stili e materiali, inizialmente si lascia suggestionare dal ferro, metallo e piume, memore degli insegnamenti dei corsi di Jannis Kounellis da lei seguiti a Düsseldorf in Germania, realizzando opere nelle quali convivono insieme “leggerezza e pesantezza”.
La ricerca del concetto dell’essenzialità come riduzione del superfluo, la porta a concepire, infatti, opere sospese nello spazio e nell’aria, non apologia del vuoto quanto pienezza del Sacro, il volteggiare di una leggerezza che è profondità nella leggerezza, il librarsi e lo stare dello Spirito divino nel mondo.
Il suo percorso la porta in seguito ad accostarsi alla concezione delle opere in mosaico di vetro che considera attuale in quanto richiamante in un certo senso i pixel elettronici, per poi passare invece all’acciaio, plexiglas, vetroresina epossidica ed alla durevolezza dei materiali della tradizione sempiterna come marmo, alabastro ed onice, senza per questo perdere concettualmente in leggerezza.
Emblematiche, in questo senso, le sue serie più recenti, con opere che si distinguono per interezza, linearità e sinuosità delle forme, nonché per le sfumature di colore della materia. La scelta dei tipi di marmo o dell’alabastro, è dovuta al desiderio di un recupero della tradizione come àncora di concetti espressi nella loro storicità e nuovamente riscoperti, rigenerati dal contemporaneo.
Marialuisa Tadei, nonostante abbia una personalità contraddistinta da un carattere forte e deciso, non ricerca nell’arte linee rette, o direzioni tracciate, bensì ama divagare, insegue la circolarità delle curve, come fughe in sé conchiuse o aperte. Nelle sue sculture spesso emerge una pura e gioiosa sensualità di forme ataviche e ludiche.
Lucis albus amplexus (2019) è un Bianco abbraccio di luce nel manto opalescente dell’onice bianco, mentre Il Velo dell’Anima (The veil of the Soul, 2021-22), ricopre invece come un pianto, volto e figura in una scultura che pur si erge baldanzosa nel suo screziato chiarore rosa.
Il latte dei sogni della prima infanzia, umana ed animale, tradizionalmente inteso nella sua semplicità ma anche portatore di significati altri, di desideri voraci e reconditi, di sogni inespressi, ancora in uno stato prenatale, è nella trilogia dei suoi Feti come Palpiti (Heartbeat, 2021-22).
L’anima eterea è racchiusa in The petal of the soul (2022), mentre le sue Celestial Seaweed (2021), o Alghe celesti sono dita umane protese verso il cielo ad afferrare le nuvole.
Un dialogo extrasensoriale con il tempo, nel futuro, che nella sua accezione poetica e finalmente libera potrebbe tradursi anche in una forma di musicalità estemporanea, come in una candida Chiave di sol (Sol Key, 2017) in alabastro, inno alla gioia di capelli nel vento e danza di luce nel sole.
Il “luminoso dominio” di cui scrive Davide Rondoni nelle sue poesie per le sculture dell’artista, è davvero una preghiera di carne e di luce, la preghiera spirituale dentro la materia di Marialuisa Tadei, che impiega la sua arte per l’umanità.
Ibrido e paradosso fra Libro e manuale d’artista, contributo alla dicotomia concettuale del transeunte del contemporaneo come memoria in sé, il volume di grande formato stampato, a carattere tipografico Bembo con rilegatura a filo refe
in ottavo antico, si avvarrà di differenti tipi di carte, copertina in seta con applicazioni e profilo delle pagine lavorato e stampato, con una realizzazione quindi per la gran parte manuale, e avrà una tiratura limitata di 300 copie, oltre ad un’extra tiratura con copertina al vivo e senza interventi nel profilo delle pagine.